Nuova legge sulle convivenze – Avvocato Tranquilini Filippo

Pubblicato il 10/03/2017


Cosa prevede la nuova legge sulle convivenze

unioni civili

La nuova Legge Cirinnà sulle unioni civili, approvata lo scorso febbraio 2016, ha modificato sostanzialmente la situazione per le persone conviventi. Secondo il testo saranno considerati conviventi di fatto “due persone maggiorenni unite stabilmente da legami affettivi di coppia e di reciproca assistenza morale e materiale, non vincolate da rapporti di parentela, affinità o adozione, da matrimonio o da un’unione civile”.

In base alla nuova legge sulle convivenze l’accertamento delle stesse avverrà tramite una dichiarazione anagrafica che la coppia dovrà presentare agli uffici comunali di riferimento. Con questa dichiarazione viene attestata la costituzione di un nuovo nucleo famigliare e l’uscita dal precedente. Chi, dunque, deciderà di andare a convivere è tenuto a presentare questo certificato al momento del cambio di residenza. Le coppie che già convivono nella stessa abitazione e hanno la stessa residenza, invece, possono compilare e presentare l’apposito modulo che viene messo a disposizione dal proprio Comune.

I nuovi diritti per le convivenze

In materia di convivenze l’innovazione principale più importante della nuova legge è l’acquisizione dei diritti che fino a quel momento non erano mai stati garantiti. Infatti, ai conviventi, verranno applicati gli stessi diritti validi per i coniugi sposati in maniera civile o religiosa. Avranno, dunque, diritto reciproco di assistenza, di visita, di accesso alle informazioni in caso di malattia o di ricovero presso l’ospedale e potranno designare il proprio partner come rappresentante in caso di malattia limitante o in caso di morte.

La casa comune, il mantenimento e gli alimenti

La nuova legge sulle convivenze prevede che, in caso di decesso del convivente proprietario dell’abitazione, l’altro potrà restare nella stessa fino a 5 anni.
Per quanto riguarda i doveri, la Legge Cirinnà stabilisce che il giudice possa obbligare l’ex convivente ad adempiere agli alimenti per un periodo proporzionale alla durata della convivenza, nel caso in cui egli non sia autosufficiente e i suoi famigliari non possano aiutarlo.